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Incentrata sulle opere del periodo provenzale del grande maestro, la monografia, pubblicata in occasione dell'esposizione al Palazzo Reale di Milano, ricostruisce il lavoro che il maestro svolse tra i due "Ateliers du Midi" (Jas de Bouffan e Lauves) che costituiscono quasi l'alfa e l'omega della sua intera creazione artistica. Una quarantina di opere, accompagnati da una trentina di lavori su carta, propongono una panoramica di ampio respiro a partire dalle sue prime opere realizzate attorno al 1860, nelle quali la sua attenzione per la tradizione e per i grandi maestri francesi appare ancora evidente. Gli sviluppi della sua poetica vengono poi puntualmente presentati attraverso le tematiche a lui più care e congeniali. Innanzitutto i ritratti: lontani da un'indagine sociologica e psicologica degli uomini e delle donne che ritrasse, Cézanne creò effigi di un'umanità e di una solidità la cui combinazione non è mai riuscita così bene. E poi i paesaggi che mostrano il suo interesse iniziale per la pittura degli impressionisti poi superata nella visione sempre più concreta e formalmente definita, e le nature morte, una delle costanti, forse la più nota al grande pubblico, dell'attenzione cézanniana. Oltre al saggio del curatore Rudy Chiappini, i testi di Denis Coutagne, Valerio Adami, Michel Fraisset e Pavel Machotka, insieme ad un cronologia a cura di Alessia Brughera, ripercorrono l'opera dell'artista, la sua ricerca ininterrotta dell'essenzialità della forma.